ORGANO LUIGI MONTESANTI 1813
Organo a trasmissione meccanica di 50 tasti con prima ottava corta.
Pedaliera di 18 tasti ma reali i primi 12. Pedaletto del tamburo (Ultimo pedale dx)
Registri (manette) :
COLONNA INTERNA | COLONNA ESTERNA |
PRINICIPALE RINFORZO DAL DO2 | PRINCIPALE 8’SOPRANI |
FLUTA | PRINCIPALE 8 ‘ BASSI |
FLAUTO IN OTTAVA SOPRANI | OTTAVA 4’ SOPRANI |
FLAUTO IN DODICESIMA | OTTAVA 4’ BASSI |
CORNETTO I | QUINTADECIMA |
CORNETTO II | DECIMANONA |
CORNETTA BASSI | VIGESIMASECONDA |
TROMBA BASSI (NUOVA ) | VIGESIMASESTA |
TROMBA SOPRANI (NUOVA) | VIGESIMANONA |
TIMPANI | SEQUIALTIERA |
VOCE UMANA | CONTRABBASSI 16’ (PEDALE) |
NOTE:
ULTIMO RESTAURO: MICHELI SILVIO E ROBERTO 2008, perfettamente funzionante.
Accordato a fine 2016 da Micheli.
Le note storiche e le schede tecniche sono tratte dal sito www.micheliorgani.it
A seguito delle operazioni di smontaggio iniziate nel mese di maggio 2007 e concluse nel successivo mese di luglio sono state avviate approfondite ricerche presso l’archivio Parrocchiale di Acquanegra e Diocesano di Mantova allo scopo di reperire le maggiori informazioni sulla storia e sulle vicende legate alla edificazione dello strumento in oggetto.
Tali ricerche hanno prodotto quanto segue: l’organo della chiesa di S.Tommaso è catalogato da Costanzo Antegnati nel suo trattato “L’arte Organica” edito nel 1608 come strumento costruito “in casa nostra”.
Non abbiamo rinvenuto alcun documento precedente la data del 1608 riguardante l’organo ma si può dedurre che gli Antegnati lo costruirono nella seconda metà del XVI secolo, di tale pregevole strumento si conserva: la monumentale cassa con la cantoria e un nucleo di canne (circa 20).
All’epoca della sua costruzione l’organo era collocato nella crociera della Chiesa in Cornu Epistolae.
Il documento più antico rinvenuto che descrive lo strumento collocato in questa posizione è un inventario del 1733 da cui si apprende che i mantici erano collocati in un locale sopra la cappella di S.Carlo il cui “comando fatto a posta pocchi mesi sono” serviva per il leva mantici.
La descrizione allude ad un rifacimento che viene confermato da un altro documento costituito da una pubblicazione della meta del XIX sec.”Memorie di Acquanegra, Medole e Barbasso” a cura dell’allora Parroco Don Casnighi, il quale prendendo come fonte un libro “Panna” conservato presso il Comune di Acquanegra, scrive che l’organo è stato ricostruito con il contributo del comune nel 1729 ad opera dell’artefice Franchini Giovanni di Montechiaro.
Nel 1760, prosegue Don Casnighi, fu di nuovo rifatto con l’aggiunta di cinque registri.
Tale informazione trova un certo riscontro in un inventario del 1762 – 63 in cui l’organo viene ancora descritto nella posizione in Cornu Epistolae con sedici registri e 4 mantici.
Così pure in un inventario del 1776.
Non viene indicato l’autore dell’intervento ma possiamo avanzare l’ipotesi che possa essersi trattato dei Benedetti, organari di scuola gardesana allievi e collaboratori dei Bonatti.
Tale ipotesi è avvalorata dal fatto che a seguito dello smontaggio, durante il censimento delle canne si è rinvenuto un nucleo cospicuo (nei registri di: ripieno, cornetti, voce umana, flauto in XII, flauto in VIII) di canne attribuibili appunto ai Benedetti la cui fattura era molto simile a quella dei Bonatti.
Queste canne poterebbero essere le “canne use ma di ottimo autore” che Luigi Montesanti cita nel suo progetto del 1813 di cui parleremo in seguito.
Un successivo inventario del 1794 descrive ancora l’organo ricopiando la descrizione del 1776. Nel 1813 viene affidato a Luigi Montesanti, organaro mantovano allievo dei Bonatti, il compito di ricostruire l’organo e di trasferilo con la cassa degli Antegnati e la cantoria nella posizione dove attualmente si trova. Nel suo progetto il Montesanti descrive minuziosamente i nuovi registri (principale in facciata e seguito, flutta soprani, soprani del ripieno, trombe) e inoltre scrive appunto di quelle “canne use ma di ottimo autore che daranno un suono come fossero nuove”. Ora questi registri (in massima parte Benedetti e Antegnati), erano quelli dell’organo “vecchio” o erano in possesso del Montesanti? Una risposta a tale quesito potrebbe giungere da un inventario del 1861 in cui si trova scritto che l’organo fu costruito appunto da Luigi Montesanti il quale ricevette in acconto di pegno l’organo vecchio che era prima nella crocera verso l’altare della B.V. del Rosario. Montesanti potrebbe quindi aver ritirato l’organo vecchio e usato di questo quel minimo numero di canne Antegnati tutt’ora presenti e aver inserito nel suo nuovo strumento le canne Benedetti di cui lui era già in possesso. L’inventario del 1861 fornisce anche una serie di dettagli interessanti sulla costruzione dell’organo da parte dei Montesanti, cita anche Ferdinando figlio di Luigi il quale operò l’unica manutenzione a distanza di una ventina d’anni ca. dopo la costruzione. Il documento riporta inoltre che non vi fu troppa soddisfazione all’epoca della costruzione da parte del pubblico per il risultato della fattura. Lo strumento già allora risulta molto scordato ed ammalorato e necessita di urgente restauro che l’arciprete Don Casnighi, debitore alla Fabbriceria di due annualità, assistito dall’organista Francesco Scalari, si assume il compito di dirigere e di pagarne la spesa entro il mese di aprile del 1862. Di tale intervento non si sono rinvenuti gli eventuali documenti. A conferma del malcontento seguito alla costruzione del nuovo organo, abbiamo rinvenuto presso l’archivio parrocchiale una lettera di Luigi Montesanti indirizzata al sig. Francesco (?) nella quale egli difende il suo operato da alcune critiche che gli sono state mosse a proposito dell’organo da lui costruito ad Acquanegra. In questa lettera si apprende che le trombe presentavano tube in legno appositamente costruite in questo modo non per risparmio di materiali ma per ottenere una voce “assai più grata di quella delle canne di stagno”. Tale indicazione è alquanto significativa per la futura ricostruzione dei registri ad ancia mancanti. Inoltre egli porta ad esempio altri due nuovi organi da lui costruiti ed in particolare quello di S.Leonardo a Casalmaggiore il quale non teme confronti con un grandissimo organo costruito dai Bergamaschi (i Serassi) suoi concorrenti. Superate queste vicende, la nostra ricerca giunge al 1935 con l’intrevento documentato di Aranldo Bavelli di cui si conserva il progetto datato 8 maggio 1932. Bavelli sostituisce la tastiera e la pedaliera Montesanti (troche), i registri ad ancia con le Viole e restaura lo strumento mantenendo il sistema di registrazione tipico dei Montesanti.
Si è rinvenuto anche l’atto di collaudo seguito all’intervento. Nel 1957 La Soprintendenza ai monumenti di Verona, Cremona e Mantova, su segnalazione della Commissione per la tutela degli organi artistici della Lombardia, con decreto n° 3736 – 3737 in data 20 settembre 1957, dichiara l’organo di S. Tommaso monumento storico di interesse nazionale.
Nella scheda della Soprintendenza di Verona, numerosi registri di Montesanti e di Benedetti, vengono attribuiti ad Antegnati.
Inoltre compare il nome di Armando Maccarinelli, organaro di fiducia della Soprintendenza, che stende un progetto di restauro conservativo dello strumento. Abbiamo rinvenuto anche un progetto di restauro datato 4 Luglio 1962 di Vasco Battani che prevedeva una riforma radicale dello strumento con la trasformazione pneumatica del sistema meccanico di comando dei registri; il progetto non è stato per fortuna eseguito. Nel 1964 in fine il mantovano Domenico Vergine ha effettuato un intervento di pulitura e revisione di cui abbiamo trovato il rendiconto finale; sembra questo l’ultimo intervento che l’organo ha subito prima del restauro attuale. Alla luce dei dati emersi dalle ricerche d’archivio possiamo affermare che l’organo di Acquanegra è sicuramente uno strumento di straordinario valore storico oltre che artistico conserva alcune componenti antiche degli Antegnati e di Meiarini quali: la cassa e un numero esiguo ma significativo di canne in metallo presenti nei registri di Ottava 4’, Principale 8’ (canne interne) e Flauto in XII, queste canne recano le segnature e le caratteristiche costruttive tipiche dei famosi organari bresciani. Inoltre lo strumento conserva anche un nucleo cospicuo di canne dei Benedetti allievi dei Bonatti di Desenzano. Dell’ultimo intervento di ricostruzione operato da Luigi Montesanti, anch’egli discendente della scuola Veronese Gardesana, si conservano i somieri (quello maestro a tiro e 2 somieri di pedale), la facciata e un buon numero di canne interne comprese quelle dei contrabassi, la tastiera scavezza di 50 tasti e la pedaliera pure scavezza di 18 pedali sono state sostituite da Bavelli nel 1935 insieme ai due soli registri ad ancia rimpiazzati dalle viole. Presso l’archivio parrocchiale è conservato il progetto originale di Montesanti datato 8 aprile 1813, da questo si è potuto evincere la esatta disposizione fonica dello strumento che era la seguente:
1 Principale basso “formerà la facciata di otto piedi armonici”.
2 Principale soprano
3 Ottava bassi
4 Ottava soprani
5 Quinta decima
6 Decima nona
7 Vigesima seconda
8 Vigesima sesta
9 Vigesima nona
10 Sesquialtera
11 Flauto traversiere
12 Voce umana
13 Flauto in ottava soprano
14 Flauto in duodecima
15 Cornetto primo
16 Cornetto secondo
17 Trombe basse
18 Trombe soprane
19 Principale di rinforzo di otto piedi che comincerà nel 2° c
20 Contrabassi e ottave
21 Timpani ne quattro pedali C, D, G, A
Tamburro all’ultimo pedale.
Il Restauro
Criteri generali
L’intervento è stato condotto in un ottica di rispetto e conservazione delle componenti d’origine e di ricostruzione di quelle sostituite da Arnaldo Bavelli nel 1935 (tastiera, pedaliera, registri ad ancia). Le parti ricostruite sono state eseguite in copia prendendo come modello quelle degli organi di Luigi Montesanti conservati presso la Cappella Giusti della Chiesa di S. Anastasia in Verona (tastiera e pedaliera) e delle Chiese di S. Pietro Apostolo in Barbasso (MN) (per le ance in metallo) e dell’Assunzione della B.V. Maria in Castel d’Ario (MN) (ance in legno). Nel corso del restauro si è scoperto che i Montesanti hanno collocato un ulteriore registro che non viene indicato nel progetto, si tratta della Cornetta Bassi (1’1/3); il nome di questo registro non è segnato sulla coperta del somiere e del crivello come tutti gli altri, ma al suo posto si trova l’iscrizione “Viola”. Lo stesso registro è stato aggiunto da Luigi Montesanti nel 1824 all’organo costruito dal padre Andrea intorno alla metà del ‘700 collocato nella Chiesa parrocchiale di S. Giorgio martire in Cerlongo di Goito (MN). E’ stato conservato il sistema di caricamento manuale dei mantici introdotto da Bavelli. In collaborazione con Maurizio Isabella, esperto di segnature antiche sulle canne d’organo, è stato inoltre effettuato uno studio accurato che ha compreso il completo riordino delle canne di metallo presenti sul somiere M° con relativa attribuzione e schedatura dei vari registri. Lo studio ha rivelato così la presenza di un numero esiguo di canne Antegnati e Meiarini, mentre invece si è scoperta la presenza di un numero considerevole di canne in metallo dei Benedetti ricollocate con una nuova numerazione dai Montesanti (potrebbero essere queste le “canne use di ottimo autore” a cui si fa cenno nel contratto del 1813). Nel corso del restauro è stato ristabilito anche il registro dei Timpani, soppresso quasi sicuramente all’epoca dell’intervento di Bavelli, l’operazione ha richiesto uno studio accurato in quanto il registro è stato concepito dai Montesanti con un sistema completamente inusuale: si tratta infatti di un sistema che, per mezzo di una sapiente disposizione della catenacciatura, ha permesso di ottenere le canne del contrabasso in comune con quelle dei timpani. Le canne dei timpani di 8’ (da fa# 1° a mi 2°) suon ano sia come timpani che come rinforzo del Contrabasso. Allo smontaggio le componenti di tale meccanica erano smontate e sparse per la cantoria e consistevano in: cinque piccoli catenacci ed un rullo in legno con cinque braccetti su un lato ed uno su quello opposto. Dopo numerosi tentativi di ricomporre il sistema di funzionamento dei timpani, siamo giunti alla risoluzione del problema scoprendo che i cinque catenacci erano collocati sulla tavola immediatamente sotto il somiere del pedale e che venivano azionati dal rullo collegato al pomello del registro (anch’esso rinvenuto sul pavimento della cantoria). Si è ristabilito anche il tamburo all’ultimo pedale della pedaliera che aziona simultaneamente 5 note (si 1°, do# 2°, re# 2°, fa# 2°, sol# 2°) per mezzo di un rullo in legno che allo smontaggio risultava accantonato ma per fortuna rinvenuto assieme agli altri elementi dei timpani. Nella disposizione fonica abbiamo ripristinato il registro Sesquialtera 4/5’ che era stata trasformata in una Vigesimasesta scalando di posto le canne minori ed accorciando quelle della prima ottava. Si è ristabilita anche l’esatta piedatura della fila più acuta del Cornetto II che allo smontaggio risultava tagliata e ridotta in Decimanona anziché in Decimasettima. Come accennato è stato effettuato un completo riordino del materiale fonico che ha prodotto un buon risultato consentendo di ricollocare le canne, che erano in completo disordine, esattamente al loro posto seguendo le segnature a secco apposte dai Montesanti sulle loro canne (nei soprani del ripieno, nella fluta) e su quelle dei Benedetti. Infine sottolineiamo il meticoloso intervento che ha richiesto il restauro del somiere M° il quale, realizzato a telaio, presentava numerose fessure tra la coperta ed i separatori dei canali, causa degli innumerevoli imprestiti e trasuoni che si avvertivano prima dello smontaggio a cui, nel corso di un intervento ad opera forse di Bavelli o di Vergine, si era cercato di porre rimedio operando un foro di sguincio sulla coperta del somiere sotto ciascuna canna, soluzione che però ha di fatto impedito di procedere ad una accordatura stabile.Si è dovuto quindi suturare tutte le fessure e tutti i fori sulla coperta del somiere.
Descrizione dell’intervento
Tastiera
Ricostruzione secondo il modello citato della tastiera che presenta le seguenti caratteristiche: N° tasti: 50. Estensione: Do 1° – Fa 5° con prima ottava corta. Telaio in abete con punte guida tasti in ottone brunito. Leve dei tasti in abete di prima scelta fulcrate in coda. Coperture dei diatonici in ebano in due pezzi. Coperture dei cromatici in ebano listato in osso. Lucidatura delle coperture eseguita con apposita pasta abrasiva lucidante. Incorniciatura in noce con trattamento di finitura a cera.
Pedaliera
Ricostruzione della pedaliera in noce secondo il modello citato. Caratteristiche:N° pedali: 18 Estensione: Do 1° – Sol# 2° + La 2° per il tamburo con prima ottava corta, costantemente unita alla tastiera.Finitura dei tasti e del telaio in noce. Molle di richiamo dei tasti in ottone crudo. Sverniciatura dei pomelli, trattamento antitarlo e consolidamento con stuccatura dei fori di farfallamento. Allo smontaggio, i cartellini dei registri originali, risultavano occultati da quelli apposti in epoca recente (da Bavelli o da Vergine), vista l’impossibilità di ripristinarli rimuovendo quelli sovrapposti; si è preferito ricostruire i cartellini in copia secondo modello dei Montesanti collocandoli su due supporti in noce che sono stati sovrapposti ai cartellini esistenti e fissati con chiodini in ottone.
Somieri
Somiere Maestro
Smontaggio completo delle componenti scindibili (coperte, stecche e false stecche, secreta, ventilabri). Pulizia accurata delle superfici a secco e a umido. Rettifica della coperta, delle copertine (parte inferiore) delle stecche e false stecche. Trattamento antitarlo in più riprese tramite pennellatura e siringatura. Consolidamento tramite inserti in legno di noce. Stuccatura dei fori di farfallamento con l’impiego di cera di carnauba opportunamente fusa a bagno maria con adeguata percentuale di cera vergine d’api e tinta con terre naturali. Eliminazione delle fessure dei canali con liste di pelle di agnello incollata all’interno con colla garavella.Trattamento di finitura a cera. Rinnovo completo delle guarnizioni in pelle dei ventilabri con impiego di pelle di agnello conciata in bianco di adeguato spessore applicata in doppio strato tramite colla organica a caldo e contropelle sul piano di battuta del somiere. Ricostruzione delle piastrine in ottone per il passaggio all’esterno della secreta dei tiranti. Trattamento disossidante delle componenti in ottone (guide laterali dei ventilabri). Ricostruzione delle molle dei ventilabri (quelle originali non garantivano più una affidabile elasticità) con impiego di filo in ottone crudo del diametro di 2 mm.Pulizia accurata del crivello con successivo trattamento antitarlo, consolidamento dellamcoperta e degli elementi di sostegno e aggancio al somiere.
Somieri di Pedale
I due somieri sono stati restaurati con le medesime operazioni adottate per quello maestro, si è dovuta ricostruire la valvola di immissione del vento che allo smontaggiorisultava in compensato e realizzata in modo approssimativo.
Manticeria
Restauro completo dei 2 mantici a cuneo esteso alle tavole ed alle stecche in abete con pulizia esterna ed interna a secco e a umido. Rinnovo completo delle cerniere in pelle di agnello di adeguato spessore applicata tramite colla organica a caldo. Restauro completo anche del sistema di caricamento manuale con impellatura completa delle due pompe, delle valvole di aspirazione e rettifica del sistema collegato alla leva verticale. Si è resa necessaria la costruzione di un canale apposito per l’alimentazione dei somieri di pedale poiché allo smontaggio risultavano alimentati da un solo canale che saliva anche al somiere M°, in questo modo si è trovata una soluzio ne adeguata al problema di mancanza di vento al som. M° che si accusava nel momento in cui suonavano le canne maggiori del contrabasso.
Rinnovo della colorazione delle superfici con terra rossa e colla organica a caldo. Installazione di un nuovo ellettroventilatore silenzioso e capace specifico per organi collocato in apposita cassa insonorizzata e provvisto di valvola di regolazione a tendina e di interruttore termico di sicurezza.
Trasmissione
Pulizia accurata delle catenacciature del manuale e del pedale e dell’unione tasto pedale. Trattamento antitarlo e consolidamento delle tavole in abete. Trattamento ad olio di lino delle catenacciature. Ricostruzione dei tiranti in legno di abete e di quelli in ottone. Ripristino del sistema di comando dei Timpani al Pedale tramite ricollocazione dei 5 catenacci mobili (alle note C, D, F, G, A) fissati sull’apposita tavola e azionati dal rullo collegato al pomello di comando del registro. Rettifica del sistema di inserimento della combinazione libera per mezzo di due pedaloni (monta e smonta).
Canne in metallo
Lavaggio con acqua tiepida e sapone neutro. Censimento con rilievo delle segnature più significative. Riordino effettuato seguendo la numerazione d’origine, la progressione dei diametri e le caratteristiche costruttive delle canne. Messa in forma delle canne su appositi mandrini in metallo evitando di insistere nelle zone limitrofe alla bocca. Chiusura tramite saldatura dei fori presenti sul piede di un numero considerevole di canne operati per eliminare gli innumerevoli strasuoni. Rilievo delle dimensioni delle canne (circonferenze dei corpi, dimensioni delle bocche, spessori delle lastre, lunghezze, ecc.) e conseguente attribuzione. Prolungamento dei corpi troppo corti a seguito dell’individuazione del corista rinvenuto nelle canne maggiori della facciata appartenenti al reg. Principale 8’ e confrontate con quelle delle canne interne più integre ed in particolare con alcune canne gravi del Contrabasso (Do 1°, Re 1°) che presentavano tappi fissi. Eliminazione per quanto possibile delle ribaditure dei denti. Abbassamento delle bocche troppo alte tramite saldatura di lastrine di metallo in tutto simile a quello esistente. Le canne spuria o recenziori di fattura industriale sono state eliminate e sostituite con nuove canne realizzate con le medesime caratteristiche di quelle limitrofe antiche. Ricostruzione dei registri ad ancia: Trombe Bassi e Soprani secondo i modelli dei Montesanti citati, particolare impegno ha richiesto la ricostruzione delle Trombe Bassi in legno con tube in abete di Fiemme e canaletti ricavati direttamente nella punta delle tube stesse.
Canne in legno
Pulizia e trattamento antitarlo, stuccatura dei fori di farfallamento sui piedi e sui quadrelli alla bocca. Rinnovo delle guarnizioni dei tappi. Trattamento di finitura a cera dei coperchi delle bocche con ripristino del sistema di fissaggio tramite chiodi forgiati. Conservazione della colorazione a base di terra rossa e colla organica a caldo.
Struttura portante
Trattamento di pulizia, disinfezione , e consolidamento dell’intera struttura portante dei somieri, dell’interno della cassa e del pavimento della cantoria compresa la scala di accesso.
Intonazione ed accordatura
Pressione del vento in colonna d’acqua stabilita in 45 mm. Intonazione abbozzata in laboratorio e rifinita con cura sul posto eseguita nel massimo rispetto delle tecniche di intonazione dell’autore rilevate sulle canne più integre. Diapason corista: 431 Hz. a 10° C
Temperamento
Il temperamento è stato imposto dalle lunghezze delle canne più integre dei registri di Principale (facciata) e Ottava intonate sul somiere m° a strumento completamente montato e quindi nelle condizioni di normale funzionamento confrontate anche con quelle di altri registri del manuale e con quelle del Contrabasso al pedale. Il risultato che abbiamo ottenuto nel rispetto assoluto delle lunghezze ha prodotto un temperamento di tipo “inequabile” che consente l’esecuzione di brani in tonalità maggiori e minori con alterazioni fino a 4 diesis e 2 bemolli. Al termine di questo importante intervento di restauro che ha costituito una tappa significativa della nostra attività, vorremmo ringraziare tutte le persone che hanno contribuito al buon esito dell’ intervento stesso ed in particolar modo il nostro ringraziamento va al parroco don Luigi Trivini che con il consiglio parrocchiale e la comunità di Acquanegra ha voluto fortemente il restauro dell’organo. Alla direzione dei lavori: dott.a Giuseppina Marti e prof. Francesco Moi, della Soprintendenza di Brescia Mantova e Cremona. Al prof. Umberto Forni e al prof. Damiano Rossi. Al prof. Marco Ruggeri. Un ringraziamento particolare infine a Federico Lorenzani per le ricerche d’archivio e per la realizzazione del volume riguardante il restauro dello strumento.
Scheda descrittiva dell’organo al termine dei lavori
1) Organo a trasmissione meccanica.
Autore: Luigi Montesanti (sec. XIX, 1813 – 14)
Lo strumento ingloba all’interno prezioso materiale fonico degli Antegnati, Meiarini e Benedetti.
2) Il complesso cassa – cantoria appartenute al precedente organo Antegnati (primo decenni del XVII sec.) è di pregevole fattura con sculture lignee dipinte, fregi ed intagli dorati. Il prospetto della cassa presenta una apertura ad arco delimitata da due lesene su cui si collocano due cariatidi che sostengono il cornicione sormontato da un elegante fregio in legno scolpito e dorato ai lati del quale si collocano due angeli musicanti. Sipario in tela con dipinto raffigurante strumenti musicali.
3) Facciata a cuspide con ali di 25 canne in stagno, bocche allineate e labbro superiore a mitria segnata. La canna maggiore corrisponde al Do 1° del Principa le 8’ Bassi. Disposizione delle canne di facciata a partire da sinistra: si 1°, re# 2, sol 2°, si 2°, re# 3°, do# 3°, la 2°, fa 2°, do# 2°, la 1°, fa 1°, re 1°, do 1° (maggiore), mi 1°, sol 1°, la# 1°, re 2°, fa# 2°, la# 2°, do 3°, mi 3°, do 3°, sol# 2°, mi 2° , do 2.
4) Consolle a finestra, presenta: una tastiera di 50 tasti (do 1° – fa 5°) con prima ottava corta con coperture dei diatonici in ebano in due pezzi e dei cromatici in ebano listato in osso. La spezzatura dei registri si trova tra mi e fa 3°. Gli archetti per i tiranti collegati al somiere sono guarniti con filo di cotone. Incorniciatura in noce con finitura a cera vergine. Pedaliera a leggio di 18 pedali in noce estesa da do 1° a sol# 2° per le note suonanti + tamburo sul la 2° con prima ottava corta (reale da do 1° a sol# 2°). Comandi dei registri a pomelli in noce disposti in 2 colonne a destra della tastiera.
5) Disposizione fonica
Colonna interna | Colonna esterna |
Principale di Rinforzo | Principale bassi |
Fluta | Principale soprani |
Voce umana | Ottava bassi |
Flauto in Ottava soprani | Ottava soprani |
Flauto in XII | Quintadecima |
Cornetto I (VIII- XII) | Decimanona |
Cornetto II (XV- XVII) | Vigesimaseconda |
Cornetta Bassi (XIX) | Vigesimasesta |
Trombe bassi | Vigesimanona |
Trombe soprani | Sesquialtera |
Timpani in C, D, F, G, A | Contrabassi |
Divisione bassi e soprani tra mi e fa 3°.
Accessori: combinazione libera con sistema con inserimento previa rotazione dei pomelli tramite 2 pedaloni monta e smonta.
6) Materiale fonico
Le canne in metallo sono in massima parte dei Montesanti (Principale, Fluta e cornetta bassi). Quelle interne delle file di ripieno (nei bassi), dei Cornetti e della Voce Umana sono dei Benedetti. (Giuseppe e Paolo) Il Flauto in XII e l’Ottava presentano un buon numero di canne Antegnati e Meiarini. Un ulteriore nucleo di canne che completano i registri di Flauto in XII, Ottava, Flauto in VIII sono di autore anonimo del XVIII sec. Tutte le canne in legno del Contrabasso e del Principale di Rinforzo sono dei Montesanti. Particolarità di alcuni registri: La Fluta Soprani presenta canne a cuspide da fa 3° a re# 4°, da mi 4° a fa 5° le canne sono armoniche di forma cilindrica. Il cornetto I soprani (in VIII e XII) non presenta ritornelli. Il Principale di Rinforzo Bassi, presenta canne in legno e comincia da do 2°. Le prime tre canne del contrabasso sono tappate inoltre questo registro presenta una disposizione particolarissima: esclusivamente sulle note do, re e mi 1° suonano simultaneamente tre canne (16’, 8’, 4’) anziche due (16’ e 8’), le canne dei timpani (da fa# 1° a mi 2°) servono sia per i timpani che per i l rinforzo del contrabasso. In questo modo grazie ad un sapiente gioco della catenacciatura i Montesanti hanno guadagnato spazio all’interno della cassa ottenendo 2 registri con una sola fila di canne. Le canne ad ancia ricostruite (Trombe bassi) sono in legno di abete di Fiemme da do 1° a mi 3°, il seguito nei soprani presenta canne ad anc ia da fa 3° a do 5° con tube in stagno al 90%, canalletti e grucce in ottone e scarpe in banda stagnata, da do# 5° a fa 5° le canne sono labiali.
Ritornelli delle file di ripieno e di cornetto:
XV: do 5°
XIX: mi 4°
XXII: do 4° e 5°
XXVI: fa 3° e 4°
XXIX: do 3°, 4° e 5°
Sesquialtera (XXIV) sol# 3° e 4°
Cornetti
Cornetto II (fila in XVII): la 4°
N° canne in metallo: 675
N° canne in legno: 66
Totale canne: 741
7) Somieri
Somiere maestro a tiro in legno di noce realizzato a telaio, con n° 50 canali. Secreta con pavimento in abete e cintura in noce: presenta all’interno n° 50 ventilabri in abete con doppia impellatura più contropelle sul piano di battuta del somiere numerati da 1 a 50 da destra verso sinistra con punte guida laterali e molle in ottone, tiranti in filo di ottone semicrudo. Chiusura della secreta tramite tre sportelli in noce ciascuno dei quali è fissato con tre farfalle in noce imperniate al centro. Il sistema di tenuta del vento per il passaggio dei tiranti all’esterno della secreta è costituito da piastrine in ottone fissate al pavimento della secreta con chiodini in ottone. Chiusura dei canali sul fondo oltre la secreta con liste di pergamena. N° 21 stecche in noce per i registri con movimento ad entrare di cui: 5 nei bassi, 8 nei soprani e 7 intere.
Disposizione dei registri sul somiere M° a partire dal fondo: (iscrizioni sulla tavola della catenacciatura)
Voce u.
Principale 2°
Principale soprani
Ottava bassi
Flauto in VIII sop.
Ottava sop.
Cornetta bassi
Cornetta I sop (2 stecche unite)
Flauto in XII
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Sesquialtera
Vigesimasesta
Vigesimanona
Flauto traverso
Cornetta seconda
Trombe bassi
Trombe soprani
Principale bassi
Scomparto del somiere da sinistra: si 1°, re# 2°, sol 2°, si 2°, re# 3°, sol 3°, si 3° , re# 4°, sol 4°, si 4°, re# 5°, fa 5°, do# 5°, la 4°, fa 4°, do# 4, la 3°, fa 3°, do# 3°, la 2°, fa 2°, do# 2°, la 1°, fa 1°, re 1°, do 1°, mi 1°, sol 1°, la# 1°, re 2°, fa# 2°, la# 2°, re 3°, fa# 3°, l a# 3°, re 4°, fa# 4°, la# 4°, re 5°, mi 5°, do 5°, sol# 4°, mi 4°, do 4°, sol# 3°, mi 3°, do 3°, sol# 2°, mi 2°, do 2°.
Crivello in legno di abete , bocche delle canne in parte sotto il piano del crivello.
Dimensioni del somiere M°
Lunghezza: mm 2287
Profondità: mm 730
Spessore del telaio: mm 58
Lungh. secreta: mm 2218
Prof. secreta: mm 275
Altezza secreta: mm 78
Lunghezza dei ventilabri: mm 195
N° 2 somieri di pedale del tipo a vento comandato con ventilabri in abete con doppia impellatura e contropelle, punte guida laterali e molle in ottone, tiranti in ottone semicrudo. Il primo dei due somieri è collocato sul fianco sinistro della cassa ed alimenta le canne del contrabasso da do a sol 1° e riceve il vento in comunicazione con il secondo somiere sul quale è poggiato. Il secondo somiere è sul fondo della cassa lungo la parete ed alimenta le rimanenti canne del contrabasso e rinforzo a partire, sulla sinistra, da la 1° oltre che quelle dei Timpani a partire da fa# 1°.
8) Manticeria
Si compone di due mantici a cuneo collocati uno a destra e l’altro a sinistra nel basamento della cassa.Quello di sinistra presenta n° 2 pompe sottostanti a cuneo azionate da una leva verticale per il caricamento manuale. Il nuovo elettroventilatore collocato in apposita cassa insonorizzata con materiale ignifugo, è provvisto di valvola di regolazione a tendina e posizionato all’interno dello strumento sul fondo della cassa in prossimità dei mantici. I canali porta vento sono in legno di abete.
9) Struttura dello strumento
Nel basamento si trovano i due mantici posizionati ai lati della cassa con il sistema di caricamento manuale collocato sotto il mantice di sinistra, al primo stadio sopra la finestra della consolle si trova il somiere M° collocato in posizione centrale sostenuto ai lati estremi da due travi in legno fissate nella parete di fondo ed alla parte anteriore della cassa con appositi sostegni costituiti da travi in legno di quercia e di abete. I 2 somieri di pedale sono collocati sulla stessa quota di quello M°. A distanza di passaggio d’uomo, sul fondo cassa si trova il somiere maggiore che sul lato sinistro sostiene ed alimenta per mezzo di un foro comunicante il somiere parziale per le prime cinque canne del contrabasso il quale è collocato sul fianco sinistro della cassa.
10) Trasmissione
Catenacciatura del somiere maestro su tavola in abete rivolta verso l’interno collegata al somiere ed alla tastiera con tiranti in filo di ottone da 1,5 mm. Catenacciatura del somiere parziale per le prime 5 canne del contrabasso ricostruita nel corso del restauro posizionata in orizzontale sotto il somiere e collegata a quella del somiere collocato sul fondo della cassa la quale è costituita da due sezioni: immediatamente sotto il somiere si trova quella con i 5 catenacci mobili per i Timpani a cui si sottopone quella per le note da la1°, le catenacciature sono poi collegate alla pedaliera per mezzo di due serie di squadrette collegate fra di loro con tiranti in legno di abete e in ottone crudo da 2 mm.
Catenacciatura dei registri con catenacci verticali provvista del sistema di combinazione libera tipico dei Montesanti, i catenacci collegati ai pomelli trasmettono il movimento ad una serie di spade che inseriscono le stecche del somiere.
Catenacciatura dell’unione tasto pedale collocata sotto la tastiera.
11) Pressione del vento, accordatura.
Pressione del vento: 45 mm in colonna d’acqua.
Corista: 431 Hz a 10° C, 69% di umidità relativa.
Temperamento inequabile.
Conclusione dei lavori in data 24 dicembre 2008 da parte della ditta Micheli (www.micheliorgani.it)